LA
FESTA
Io mamma Gina e
Donatella siamo alla festa di San Donato. Una lunga strada, prima in
discesa, poi in salita, indica la direzione da intraprendere per
arrivare al Santo, la luminaria messa ai lati della strada. Eccoci
davanti al Santuario, la gente è tantissima e in lontananza si
sente l'orchestra che rallegra i convenuti nel piazzale dietro la
Chiesa. Il vociare della gente è fittissimo, felici, giovanotti e
giovanette stretti, mano nella mano, passeggiano avanti e indietro,
tutto indica che è festa, non solo quella del Santo, ma anche
quella della gente.
Siamo entrati in
Chiesa, piccola con un poggiolo all'ingresso con due arcate
laterali. All'interno impressiona per povertà e semplicità, niente
due statue di Santi messi ai lati dell'altare e una lunghissima fila
di persone che venerano San Donato. In fila per tre, avanzano nella
calda serata, nella chiesa illuminata, piano piano...prima toccano e
baciano l'uno e poi l'altro santo.Toccano una parte della statua,
l'orlo della veste, si segnano e procedono oltre. Io sono rimasto in
disparte in preghiera e a fotografare tutta la scena. Fuori le luci,
aumenta il ritmo dell'orchestra e la gente balla su un palco
improvvisato, sono in tanti e di tutte le età.Ballano il Latino
americano o il liscio e credetemi sono veramente in tanti. Tutt'intorno si sente l'odore della pecora bruciata, su una
fornacella stanno arrostendo gli speedini. Tutt'intorno c'è gente
che seduta ai tavoli improvvisati, beve birra e mangia tenendo i posti
occupati per vedere la PUPA seduti, che ballerà di lì a pochi
minuti. Alle 23 c'è l'estrazione della lotteria e poi subito il
ballo della Pupa, che brucia lentamente in una danza disperata e
solitaria. I fuochi d'artificio concludono la serata. Torniamo a casa
che sono ormai le 00.00 di una serata tanto calda in questa estate del
2003, torrida e indimenticabile. Unica consolazione ci stiamo
mangiando le NUCELLE.
