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Alcune Immagini Delle Sagre in Abruzzo

8 agosto 2003


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FARAFILUMPETRI ( CH )

Riscopre le proprie origini longobarde che porta ancora nel nome, unica in Italia con una denominazione in latino, Fara Filiorum Petri e propone un tuffo nel passato con una rievocazione storica intitolata ”Fara Langobardorum”. L’iniziativa è della Pro Loco farese e offrirà la possibilità nei giorni 23 e 24 agosto, dalle ore 19 in poi, di immergersi nell’epoca storica tra il 569 ed il 774 dell’era cristiana, quando i Longobardi, entrati in Italia attraverso il Friuli e posta la capitale a Pavia, si estesero lungo tutta la penisola. Nell’Appendice alla ”Historia Langobardorum” di Paolo Diacono si apprende che la provincia di Chieti era inglobata nella ”Duodecima Provincia” così descritta: ”Samnium inter Campaniam et mare Adriaticum et Apuliam. Quae a Piscaria incipiens habetur. In hac sunt urbes Theate, Aufidianun, Hisernia et antiquitate consumti Sampnium, a qua tota provincia nominatur, et ipsa harum provincia caput ditissima Beneventum”, come a dire che la dodicesima provincia di trovava tra la Campania, il mare Adriaticioe la Puglia.

Che essa ha inizio da Pescara e nella quale sono le città di Chieti, Alfedena, Isernia e altre antiche località del Sannio, da quelle tutta la provincia prende nome e che ha come capitale di quelle province la ricchissima Benevento. Nel territorio di Chieti si trovava ”fara”, il nucleo di gente longobarda, l’agglomerato militare e civile, ”dei ”figli di pietro”, dal probabile nome di un Pietro gastaldo che ha lasciato il villaggio in eredità ai propri discendenti. In questo contesto storico    culturale viene proposta la rievocazione storica «in una ideale continuità con i propri avi», come sottolineano i promotori della Pro Loco. Nel reticolato medievale del borgo, il centro storico di Fara, arroccato su un poggio, intorno alla chiesa parrocchiale, si svolge la rievocazione. Le informazioni si potranno avere nel punto I (Paolus Diaconus), nel punto II (Optatus venis) si avrànno benvenuto ed accoglienza; nel punto III (Apus Rosmundam: vinun atrum) si troverà una bottega di degustazione di vini rossi ed altro; nel punto IV (Taberna Godeberti) è ricreata una taverna ducale d’epoca; nel punto V (Habemus Aribertum), c’è una ”locanda del re”; al punto VI (Ducis Moneta) sarà possibile conoscere la zecca ducale dove si coniavano le monete; al punto VI (Apud Agilulfum manebimus optime), una locanda longobarda, da Agilulfo per stare ottimamente; al punto VIII (Dulcis in fundo) la dolceria di Teodolinda. Saranno attivate botteghe di artigiani dell’epoca all’opera e assicurari bar, servizi igienici, parcheggi e bagni pubblici. Il mito delle origini, le origini del nome, saranno al centro della rappresentazione in versi ”I Guerrieri di Odino”. Un appuntamento da non mancare in una cornice naturale e culturale tra le più note d’Abruzzo per la tradizione delle ”farchie di sant’Antonio abate” del 16 gennaio, tra le più caratteristiche feste folcloristiche dell’Abruzzo e del centro Italia. 


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